mercoledì 9 gennaio 2013

Un pianeta in 13 pollici... o molti meno!

In informatica, open source (termine inglese che significa codice sorgente aperto) indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l'apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l'applicazione di apposite licenze d'uso. [...]Alla filosofia del movimento open source si ispira il movimento open content (contenuti aperti): in questo caso ad essere liberamente disponibile non è il codice sorgente di un software ma contenuti editoriali quali testi, immagini, video e musica. Wikipedia è un chiaro esempio dei frutti di questo movimento. Attualmente l'open source tende ad assumere rilievo filosofico, consistendo di una nuova concezione della vita, aperta e refrattaria ad ogni oscurantismo, che l'open source si propone di superare mediante la condivisione della conoscenza.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


La Terra è diventata open source. 

Questa non è un'opinione, è un dato di fatto riconosciuto. 
Quelle che si sprecano sono le opinioni sulla positività o meno di questo processo così travolgente degli ultimi anni.

Analizziamo i fatti: ad oggi qualunque tipo di informazione, contenuto, prodotto può essere reperita in pochi click da qualunque parte del pianeta. 
E se non siamo a casa seduti di fronte al nostro pc o comodamente spaparanzati sul divano col nostro notebook (o netbook che sia) appoggiato sulle gambe possiamo comunque navigare con i nostri smartphone, tablet, mini tablet... insomma ci bastano circa 4 pollici di schermo per tuffarci a capofitto nell'oceano di parole, immagini e suoni della rete.... e per gettare noi stessi, come gocce tra i flutti, tutte le parti di noi che decidiamo di condividere!

Un indice visivo veramente esplicativo della grandiosità di questa realtà è dato dalla ricerca dell'artista olandese Erik Kessels, che per la sua ultima installazione ha stampato tutte le foto che vengono caricate in UN SOLO GIORNO su Flickr.

A questo punto, molti cominciano a inveire sul male causato dalla tecnologia alla società e a ricordare "i bei tempi andati", quando non esistevano nemmeno gli sms, figuriamoci le app di instant messaging!!

La mia opinione personale è piuttosto differente. Ed eccola qui! :-D

Mi sembra evidente che non si possa guardare all'era di Internet in modo totalmente ottimistico, perché come sempre l'umanità si rivela incapace di gestire in modo razionale l'evoluzione a cui l'avanzamento della tecnica la spinge. 
D'altra parte, rifugiarsi in un pavido "Si stava meglio prima!" non porta alcuna soluzione ai nuovi problemi che il progresso ci pone. Certo, il progresso crea problemi che prima non esistevano... Ma non è proprio questo il significato di evoluzione, di andare oltre, diventare migliori? Continuare a crescere e correggere gli errori che si presentano lungo il percorso!

Io guardo le buone conseguenze che l'avvento di Internet ha portato, le agevolazioni alla vita di tutti e non posso non pensare che le nuove possibilità offerteci dall'open source abbiano sconvolto in positivo le nostre vite, mettendoci a contatto con realtà lontane, facendoci sentire cittadini del mondo, facendoci sentire in grado di cambiare le cose davvero.

Purtroppo, una volta che ci siamo immersi nell'immenso oceano, è difficile tornare a galla. La maggioranza di noi si lascia avvolgere troppo spesso nell'immensità delle possibilità che ci si presentano sul nostro schermo e si dimentica per molte ore di tutto il resto, di tutta la vita vera e pulsante al di là della tastiera. 

Forse dovremmo sensibilizzare gli utenti di Internet, per favorire un uso più moderato e razionale dei loro dispositivi. Forse semplicemente l'umanità è ancora spiazzata dall'immensa potenzialità dell'oceano informatico e ha bisogno di un po' di tempo per farsi crescere branchie e pinne per adattarvisi senza annegare.


RED SPOT

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